LaRegina, ex coinquilina tedesca

Princess Cupcake, Kathryn Harris

Ho sempre voluto raccontare due storie, quella della mia visita agli Elfi, nell’Appennino Tosco-Emiliano, e quella della mia ex coinquilina tedesca: LaRegina.

Partiamo da LaRegina. Qundo abitavamo insieme a Berlino lei aveva 32-33, io ero molto più giovane. Facevo la lettrice di Lingua italiana nelle scuole superiori, e il mio sogno era fare un dottorato che si concludesse nell’elaborazione di una Grammatica Tedesca Ragionatissima, pensata apposta per noi italiani, che si focalizzasse sulle nostre specifiche difficoltà con questa lingua stupenda e crudele. Avevo una borsa di studio per due anni, che ho passato fra varie scuole, biblioteche universitarie, centri linguistici, il Teatro dell’Opera, infiniti pub e centri sociali (quelli veri) a ubriacarmi con moderazione e a fumare erba senza moderazione. I ragazzi a scuola mi adoravano, i ragazzi in generale mi adoravano, i prof. all’università mi adoravano, la grammatica tedesca mi adorava. Io adoravo tutto.

Una vita perfetta.

A scombussolarla piacevolmente arrivò LaRegina, che era matta come un cavallo, ma di un’intelligenza istrionica e per nulla scontata, una di quelle persone che ti ricorderai per tutta la vita perché ti hanno fatto riflettere. Ora, potrei raccontare innumerevoli cose su di lei, della sua disgraziatissima famiglia, del suicidio del padre quando era piccolissima, della madre che l’ha cacciata di casa a 15 anni, illegalmente ma fa niente, tanto lei voleva andarsene, del fatto che voleva un figlio e l’ha fatto con un semi-sconosciuto a cui probabilemnte non l’ha nemmeno detto, dell’aiuto che dava a tutti i bambini del quartiere super popolare dove vivevamo… ma no, invece, vi parlerò del suo approccio al lavoro, in modo molto schematico:

  1. non si sa come, LaRegina riesce a finire le scuole obbligatorie e va a fare la segretaria per una ditta di costruzioni: tutti i giorni in cantiere al freddo, da mane a sera, dai 18 fino a metà venti circa
  2. a metà venti circa, cambia e diventa segretaria di studio dentistico
  3. a fine venti si rende conto di non aver mai letto un libro per piacere vero, di non aver mai scritto un diario, di non aver mai studiato seriamente una lingua straniera, di non accorgersi di come stanno le persone intorno a lei, di non avere sogni, di non sapere se sia brava a fare qualcos’altro oltre la segretaria, inizia a diventare sempre più triste e depressa, ha sete di espandere la propria testolina ma così non ci riesce
  4. da vera pazza, simula una sorta di esaurimento nervoso, riesce a dimostrare che non può più lavorare e si becca il sussidio sociale, col quale può vivere, certo, senza fare shopping e vacanze, ma a lei non interessa, quelle cose le aveva già fatte
  5. quando entriamo l’una nella vita dell’altra, LaRegina non lavora da due anni circa, parla francese, ha una biblioteca sconfinata, ogni pomeriggio aiuta qualche bimbo con i genitori sballati a fare i compiti, li accompagna dal dottore etc.., scrive per diverse riviste free, corre, coltiva un orticello sul balcone, ha sempre tempo per i vecchi amici che la vengono a trovare, fa un figlio, tanto glielo mantiene lo stato, partecipa alla fondazione di un asilo popolare, coi soldi del comune, appartiene a vari gruppi in cui fa un sacco di cose: cucinare, recitare, ballare, disegnare, cantare …
  6. il male di tutto lo rintracciava nel sistema-lavoro: Se lavori tutto il giorno, come fai a vivere?

E… io l’ho lasciata così, poi non l’ho più sentita. All’epoca pensavo che fosse un parassita, non trovavo giusto che spillasse soldi allo stato, sebbene poi facesse tante cose socialmente utili, che era un po’ come se se li guadagnasse quei soldi… ma all’epoca io ero una che voleva fare carriera, ero ambiziosa e mi dicevo che aiutare bambini e cantare al pomeriggio erano delle attività agghiaccianti che facevano solo perdere tempo, molto politically correct, ma che non facevano per una come me.

Adesso, capisco tutto.  Ma se simulo un forte esaurimento nervoso in Italia, che mi succede?


8 commenti on “LaRegina, ex coinquilina tedesca”

  1. Laura ha detto:

    Wow.
    Effettivamente in Italia non è possibile.
    Penso solo a mia zia che abita in provincia di Bolzano, provincia autonoma, che l’appartamento in centro a Bressanone glielo passa la provincia perché ha fatto domanda e la domanda è stata accolta nonostante mia zia non sia nè disabile, nè disoccupata, ma solamente divorziata e madre di due figli.

    “Se lavori tutto il giorno, come fai a vivere?”
    questa frase mi ha colpito e mi fa riflettere. Penso che me la ripeterò tutto il giorno nella speranza di trovare una soluzione.

  2. clandestinamentemente ha detto:

    Ci potrebbe forse essere un’alternativa: fare un lavoro che realizzi anche i nostri desideri e ci renda soddisfatti non solo nell’ambito lavorativo ma anche in quello “umano”. Il desiderio e il tentativo di realizzare il mio BookCakeCafè per esempio. Che poi, anche se mi impegnerà 20 ore al giorno al lavoro, non mi regalerà la sensazione di aver lavorato e non aver vissuto ma di aver vissuto realizzando un sogno che mi facesse sentire felice di me stessa.
    E così Sylvie andavi per centri sociali e ti divertivi con l’erba?
    Anche io! beh, nel mio caso però non parlerei al passato, ma presente indicativo! 🙂

  3. Eristelle ha detto:

    Quoto del tutto clandestinamente! Io e il mio compagno sognamo il nostro Bed&Breakfast in Irlanda! Lavoreremo 20 ore ma realizzando il nostro sogno!
    Io ho finito di divertirmi con l’erba, porcamiseria! Portatemi dell’erba!!!

  4. MrsCraddock ha detto:

    … probabilmente la persona più folle e più geniale di cui abbia mai sentito parlare. Non avrei mai il coraggio di fare la sua scelta, probabilmente vivrei soffocata dai sensi di colpa, ma questa donna è un genio. Ha preso dalla vita tutto quello che poteva darle e ne ha assaporato ogni goccia.

  5. niknovecento ha detto:

    alsp sprach die müde Sylvie.
    a ognuno la sua strada, quella da percorrere fino in fondo. Poi ci sono i bivi, per scegliere.

  6. mantiduzza ha detto:

    eh Sylvie, Sylvie…
    nel mio viaggetto sabbatico indiano di qualche anno fa ho incontrato tante di quelle “LaRegina” che anche a me molte delle domande che ti poni battono frequentemente nella mente.
    Un ragazzo coreano di 40 anni che dopo tanto lavorare ha deciso di viaggiare per 5 anni in lungo e in largo per il mondo.
    Una coppia di Barcellona che venduta casa e macchina in Spagna ora vive in Thailandia vivendo di rendita e imparando l’arte dei massaggi shatzu.
    Un ragazzo di Catania che affittata la sua casa vive in giro per il mondo con l’affitto mensile che giunge sul suo cc. Ora sta discendendo il sud america in bicicletta, sponsorizzato da alcuni negozi di CT.
    Due ragazzi di Milano che vivono 6 mesi a Londra facendo i camerieri e risparmiando, gli altri 6 mesi viaggiano per il mondo.
    Una signora di Madrid che insegna spagnolo all’università di Varanasi.
    Un ragazzo 30enne di Barcellona che dopo aver capito che la sua vita non gli piaceva si è trasferito a Lhasa dove sta frequentando l’università.
    Una ragazza 28enne che dopo un breve soggiorno a Calcutta ha deciso di lasciare il lavoro di hostess di volo e di iscriversi a fisioterapia e aprire un suo centro a Saragoza.
    Un amico, da poco rivisto nel mio viaggetto spagnolo di 2 settimane fa, che dopo un anno a Calcutta a fare il volontario, ha capito che le sue lauree in sociologia e scienze politiche non lo facevano felice perchè non lo portavano a contatto con le persone: lavorando di notte è riuscito a laurearsi in scienze infermieristiche e ora lavora con i malati terminali, quello che da sempre avrebbe voluto fare.
    Tutto è possibile, e non è mai troppo tardi per ricominciare.

    Come dicono gli indiani scuotendo la testa con fare assertivo “Everything is possible, why not?”

  7. Neofanta ha detto:

    Caspita che cervello e carattere, questa Koenigin! E menomale che ha scelto di mettere a frutto il suo tempo in modo così utile e costruttivo!
    Qui in Italia pure dovrebbero dare una pensioncina, mi sembra di ricordare un caso di donna esaurita con le gambe al limite della paralisi, che vive in un paesino di 150 anime con la madre anziana… Però mi viene da chiederti cosa faresti di bello, in caso di mantenimento statale: cucito o altro?? Neofanta


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